Sono convinta, e Forza Italia con me, che le ragioni di partito abbiano avuto la meglio sulla più generale ragion di Stato. Da quel momento, le forzature si sono susseguite: al Senato si è rispolverato il «canguro» per cancellare migliaia di emendamenti con un solo voto, regalandoci in dote quell’assurdo giuridico che è l’articolo 1 del testo sul quale voterete la fiducia, un articolo di soli principi che non ha alcun valore normativo se non quello di aver reso un po’ più complicato presentare gli emendamenti qui alla Camera. Per onestà, colleghi, va detto, però, che se siamo giunti ad oggi la colpa non è solo del Presidente del Consiglio, ma anche dei tanti professionisti del «penultimatum» presenti nel suo partito, di quelli che «ora ti minaccio ma la battaglia decisiva è sempre la prossima». EMANUELE COZZOLINO. Grazie Presidente, colleghi, oggi stiamo vivendo una delle più brutte pagine della vita della Camera dei deputati e non di questa Pag. Il problema, colleghi, è che questa proposta non è stata neppure avanzata, ma il Governo ha inteso evidentemente compiere un atto di forza assoluta, immotivato e sproporzionato. In queste settimane, nel dibattito politico, svolto sia sui media che in quest’Aula, è stata richiamata molto spesso la vicenda della cosiddetta «legge truffa», episodio parlamentare a cui ho accennato in precedenza, in cui il Governo pose la questione di fiducia sulla legge elettorale.

Gran Vía All’epoca, la fiducia giunse per stroncare un estenuante ostruzionismo posto in essere dalle opposizioni sia alla Camera che al Senato; oggi la fiducia è arrivata dopo due votazioni, svolte a scrutinio segreto, nelle quali la maggioranza aveva ottenuto un margine di ben 170 voti. 16come testimoniano i successivi rimaneggiamenti della proposta di legge elettorale, ma due restano gli elementi per noi inaccettabili: il premio dato alla lista, invece che alla coalizione, e l’abbassamento della soglia per l’ingresso alla Camera a livelli lillipuziani, di fatto a misura di un disegno di frantumazione e di eliminazione dell’opposizione. Il cuore della proposta emendativa sta nel riconoscimento della possibilità di apparentamento fra le liste nel caso di ballottaggio; si tratta di una misura decisiva sotto molti aspetti: l’apparentamento fra le liste è il riconoscimento dell’importanza del voto espresso dagli elettori quali che siano le loro scelte politiche. È dotato di un tiro a mezz’aria molto violento, e spesso è in grado di segnare dal limite dell’area, dagli angoli, e sotto pressione.

A breve, quando inizierà alla Camera, sarà dunque il momento delle scelte, sfilando sotto il banco della Presidenza ognuno di noi dovrà scegliere se pronunciare la parola «favorevole» o «contrario». Il Governo è arrivato a porre la fiducia sull’approvazione, senza modifiche, della legge elettorale, fatto che, dal 1948 ad oggi, si era verificato un’unica volta nel dicembre del 1952 qui alla Camera e nel marzo del 1953, durante la domenica delle Palme, al Senato. Non mi annovero tra coloro che si stracciano le vesti per una legge elettorale che metterebbe un uomo solo al comando ma non nascondo di avere serie perplessità su una legge che, in assenza dell’elezione diretta del Presidente della Repubblica, rischia di compromettere l’equilibrio tra i poteri dello Stato perché, come è stato detto oggi, manca un sistema di contrappesi. Non solo violenza e scontri: un’altra banlieue è possibile. L’attenzione mostrata dal segretario del PD nello scrivere le regole con maggioranze ampie, i suoi costanti richiami all’esito infelice delle due precedenti riforme votate con maggioranze risicate avevano aperto alla speranza e convinto molti che una politica diversa fosse possibile.

Veniamo infine ai protagonisti delle due vicende. Per tutte queste ragioni noi pensiamo, e mi avvio a concludere, che la migliore delle leggi elettorali approvata con una maggioranza risicata avrà sempre una vita stentata, a differenza di una legge elettorale, magari meno buona, ma approvata da una larga maggioranza parlamentare. 19noi di venti seggi in più o in meno non ce ne frega niente, potremmo andare anche a votare con il Consultellum. TREZZANO ROSA (MI) – La Tritium è un rullo compressore: a Trezzano Rosa nel recupero di campionato batte anche il Brugherio, consolida il secondo posto in classifica e rosicchia anche due punti al NibionnOggiono, fermato sul pareggio dalla Cisanese. Su questi punti al Senato votammo contro, salvo accettare poi nel complesso la proposta di legge elettorale, in nome di un accordo più vasto che includeva una visione comune dell’istituzione e il metodo della scelta condivisa dell’arbitro di questo processo e della sua attuazione democratica. La stagione 2012-2013, la prima in Segunda dopo dodici anni, non inizia secondo le migliori aspettative e il Villarreal si colloca a metà classifica, con un distacco intorno ai 10 punti dalla prima. Il club monegasco parte bene in UEFA Champions League, eliminando nel preliminare il Villarreal (vittoria per 2-1 in trasferta e 1-0 in terra amica).

Por Ramón